Cos’è il learning Game Design
Lo sappiamo tutti – l’e-learning non piace.
Il classico corso sulla sicurezza è una lunga sfilata di slide scritte fitte fitte, che il discente lascia scorrere passivamente, con una voce robotica che ripete parola per parola il testo scritto. Il tutto, con buona pace della didattica attiva.
Per questa ragione, l’e-learning è stato relegato a temi obbligatori, considerati di scarso valore aggiunto – sicurezza, compliance, procedure.
Sempre di più, però, ci si sta accorgendo che utilizzare meccaniche di gioco (o creare videogame veri e propri) migliora ingaggio e partecipazione nella formazione digitale (nelle nostre esperienze, con % di completamento anche doppie).
Per creare attività di gioco, però, è necessario unire alle proprie competenze di progettazione didattica, anche delle accortezze tipiche del Game Design.
Per capire di cosa si occupa un Game designer, pensa ad un gioco come The Sims (se non lo conosci, guarda un video su Youtube).
Una persona che gioca a The Sims passa letteralmente il suo tempo a far alzare il Sim dal letto, dargli da mangiare, portarlo in bagno per pulirsi e vestirsi, e poi mandarlo a lavorare. Non una volta ma più e più volte durante il gioco. Sembra interessante di per se?
Non molto, ma in qualche modo, la noiosa routine quotidiana è stata trasformata in un gioco coinvolgente e interessante.
Per questo, chi si occupa di formazione dovrebbe pensare alle dinamiche che rendono The Sims un gioco emozionante e inserirle nei moduli di apprendimento che progetta.
Quali tecniche utilizzano i Game Designer nel costruire i giochi? Come puoi incorporare queste tecniche nella progettazione dell’apprendimento?
L’importanza dell’azione
L’approccio tradizionale al disegno di un e-learning prevede di scrivere tutti i contenuti, poi organizzarli in slide ed impacchettarli in formato SCORM. Ragionare da Game Designer significa partire dall’azione: cosa devono fare i discenti, per divertirsi ed imparare?
È necessario abbandonare il paradigma per cui è necessario spiegare la teoria, per poi passare all’applicazione. Un gioco deve, dopo che ci si è ambientati con le “regole di base”, passare immediatamente all’azione ed alla presa di decisioni. Nell’esempio di “The Sims”:
- Quale personaggio scegli? Dove dovrebbe essere collocata la casa?
- Dove metti il bagno, il soggiorno e le camere da letto?
- Cosa deve fare il tuo Sim per vivere?
In altre parole, il gioco stimola il processo decisionale fin dall’inizio.
Seguendo la struttura di “The Sims”, fai in modo che il discente faccia qualcosa da subito. Non impiegare troppo tempo sui contenuti – a meno che tu stia impartendo conoscenze completamente nuove, è molto meglio porre subito il discente in condizione di applicare ciò che già sa.
Facciamo un esempio – la normativa antiriciclaggio in banca. L’approccio tradizionale spiega al discente la normativa, illustra alcuni esempi, poi pone dei quiz per verificare l’apprendimento.
Un approccio di Game Design pone il discente subito di fronte ad una scelta: “Cosa fai, se un cliente si presenta da te con 40.000€ in contanti?”. Al termine dell’interazione potrai spiegare perché le scelte del discente sono corrette (o meno) rispetto alla teoria (la normativa di riferimento). La teoria ora diventa rilevante, perché è una spiegazione legata ad una scelta che il discente stesso ha fatto.
Applicare il Learning Game Design
Il game design non è un’attività istintuale; c’è bisogno di metodo e conoscenza per capire come ingaggiare un giocatore. La ragione per cui chi progetta formazione dovrebbe acquisire delle competenze di game design è semplice: non esistono giochi obbligatori; si gioca perché lo si vuol fare. Questo dovrebbe accadere anche nella formazione: non completo l’e-learning sulla sicurezza perché sono obbligato (all’ultimo momento, di solito); ma lo faccio sia perché capisco che mi serve, sia perché l’esperienza di apprendimento è piacevole.
Più azione c’è, più questo obiettivo sarà raggiungibile.